Ice Bucket Challenge: quando l’iniziativa benefica diventa fenomeno virale

In questi ultimi giorni di Agosto, noi di Atman non potevamo non parlarvi del fenomeno che nelle ultime settimane ha letteralmente invaso i social network diventando così un vero e proprio fenomeno virale. Di cosa si tratta? Ovviamente dell’ice bucket challenge, una sfida che consiste ne rovesciarsi (o farsi rovesciare) addosso un secchio contenente acqua gelida con cubetti di ghiaccio. Una volta accettata la sfida si esegue la “penitenza” , dopodiché è necessario nominare tre persone che a loro volta continueranno con la “sfida della secchiata di ghiaccio”.

Nonostante l’apparenza scherzosa, però, dietro all’Ice Bucket Challenge vi è una questione molto più seria e delicata. Lanciata nei primi giorni di agosto dal malato di Sla ed ex promessa del baseball americano Pete Frates, l’iniziativa mira a raccogliere donazioni all’ASL Association o ad altri enti no-profit  per la ricerca contro la SLA: in effetti, chi viene “sfidato” all’Ice Bucket Challenge è allo stesso tempo invitato a versare un contributo per combattere la Sclerosi Laterale Amiotrofica.

In poche settimane l’Ice Bucket Challenge si è diffuso tra le personalità più importanti del mondo. Alcuni nomi? Mark Zuckerberg, Bill Gates, Lady Gaga, Cristiano Ronaldo, Jennifer Lopez, Shakira, fino agli italiani Celentano, Andrea Agnelli, Valentino Rossi, Gianni Morandi e…nientemeno che il presidente del consiglio Matteo Renzi!

Un semplice passaparola che per mezzo dei social network sta viaggiando ad una velocità incredibile ed ha già portato a raccogliere circa 70 milioni di dollari (di cui circa 250 mila euro in Italia). Già in passato i social network erano stati invasi da fenomeni virali, basta pensare alle immagini dei personaggi dei cartoni animati preferiti utilizzate come foto profilo in occasione della settimana dell’infanzia, oppure alle assurde frasi in codice comparse nelle bacheche delle sole donne per la lotta contro i tumori femminili. Certamente i fenomeni virali possono avere più o meno efficacia (nonostante un numero elevatissimo di adesioni potrebbe esserci solo tanta voglia di mettersi in mostra senza però poi versare effettivamente una somma per la lotta alla SLA), quello che conta veramente è che questa iniziativa, in un modo o nell’altro, sia di supporto alla ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica.

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